IL LIBRO PIÙ BRUTTO MAI LETTO

IL LIBRO PIÙ BRUTTO MAI LETTO

IL LIBRO PIÙ BRUTTO MAI LETTO

Il libro più brutto mai letto qual è?

Quale titolo avete annoverato tra quelli da dimenticare?

Qual è stato il libro più noioso, lungo, sconclusionato, banale, insignificante? Quello osannato dalla critica ma che vi ha indotto a piantarlo dopo le prime insulse pagine? Il classico senza tempo che vi ha spinto a leggere solo dieci parole per pagina, saltando da una riga all’altra per comprenderne il succo? Il romanzo del momento che tutti leggono entusiasti ma che non vi prende assolutamente e di cui voltate le pagine cercando un punto che susciti interesse?

Qual è il libro di cui contemplate la lucida copertina domandandovi se chi lo ha scritto, quando lo ha fatto, soffrisse del più terribile mal di pancia della sua vita?

Molto spesso ciò che la critica ritiene un capolavoro, può non incontrare il nostro gusto. E viceversa, ciò che appare come la storiella commerciale del momento, finisce per essere letta da un vasto pubblico e amata.

Il testo brillante e di qualità non sempre è sinonimo di garanzia. Non è detto che leggeremo quel libro provando sicuro interesse, che ci appassionerà e che ameremo. E la delusione sarà tanto più grande quanto maggiori saranno le aspettative. E l’apprezzamento per un testo dipende sempre da cosa cerchiamo.

Voi avete un libro incubo?

Io sì, più di uno, anche se alla fine ritengo utile e prezioso ogni libro. Da qualche parte ci sarà chi apprezza ciò che mi annoia, come le lunghissime e dettagliate descrizioni di un ambiente. O le dissertazioni politiche, la completa mancanza di dialoghi, i tecnicismi, la leziosità nel narrare fedelmente fatti, date ed eventi per dare sfoggio della propria cultura.

Quando sono interessata a un trattato storico scelgo un saggio e non un romanzo per soddisfare la mia curiosità.

E’ per questo motivo che al primo posto nella mia personale classifica dei “libri più brutti” figura il seguente titolo e non me ne voglia chi, invece, lo ritiene un classico meraviglioso.

I MIEI 3 LIBRI PIÙ’ BRUTTI

  • La montagna incantata – Thomas Mann

Un classico osannato, definito meraviglioso, eccezionale, affascinante. Eppure non mi sono mai annoiata tanto. Di una prolissità inquietante per illustrare la borghesia del tempo, antecedente la prima guerra mondiale. E del protagonista si capisce ben poco nonostante le oltre 700 pagine. Lui resta uno spettatore di interminabili dialoghi, di scontri politici/metafisici/religiosi/filosofici intrisi di retorica. Lento da urlo!

  • La fine del mondo storto – Mauro Corona

Ripetitivo e ridondante. L’autore invita alla riflessione ma sarebbe stata gradita una storia, dei dialoghi interessanti, qualcosa che avvincesse e che non emerge mai. Spento.

  • Il cimitero di Praga – Umberto Eco

Non sono riuscita a finirlo, il che per me, è inconcepibile. Noiosissimo, prolisso, imperniato sullo sfoggio di cultura di Eco di cui non si discute. Lungo e lento.

E i vostri? Cosa non vi è piaciuto e perché?

Per le tue letture rilassanti consulta le pagine del blog:

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