LE 10 DOMANDE ASSURDE RIVOLTE ALLA RETE

LE 10 DOMANDE ASSURDE RIVOLTE ALLA RETE

LE 10 DOMANDE ASSURDE RIVOLTE ALLA RETE

Le 10 domande assurde rivolte alla rete sono state catalogate dal sito inglese Digitaloft.

Il sito ha elencato le domande più strane ed esilaranti rivolte a Google dai britannici e sinceramente ho qualche dubbio sulla loro autenticità.

Stando al suddetto sito, le domande sarebbero:

  1. Sono incinta?

Partendo dalla certezza che nessun motore di ricerca può rispondere a una domanda così formulata, vorrei consigliare alle ragazzine che hanno questo dubbio e che rivolgono la domanda a Google di cercare altrove la risposta.

Parlatene con vostra madre, con una sorella maggiore o, in mancanza, rivolgetevi al consultorio più vicino a casa. O chiedete al medico di famiglia, a una professoressa di cui vi fidate, insomma a un adulto competente.

  1. Gli uomini possono restare incinti?

Ma davvero c’è gente che si è posta questa domanda?

  1. Come torno a casa?

Probabilmente l’alcol crea un po’ di confusione.

  1. I vermi hanno gli occhi?

No, non hanno occhi e neanche orecchie ma perché è così importante saperlo da consultare la rete?

  1. I maiali sudano?

No, non sudano però il loro orgasmo dura 30 minuti. Forse questa informazione meritava una ricerca più del loro sudore.

  1. I pinguini hanno le ginocchia?

Certo che ce le hanno, anche se sono nascoste.

  1. Perché l’auto non parte?

Hai provato a mettere in moto? E se sì, il serbatoio della benzina cosa segna?

  1. Quando morirò?

Altra domanda senza risposta. Forse con un esame del sangue e del DNA se ne potrebbe avere un’idea.

  1. Sono uno psicopatico?

Be’, se uno se lo chiede è probabile che in genere non adotti un comportamento “sano”.

  1. Cosa devo fare della mia vita?

Questa è la più tremenda. Se si domanda a Google cosa fare della propria vita si vive in completa aridità o fuori dal mondo. È consigliabile una chiacchierata con uno psicologo.

Sì, è vero che i motori di ricerca offrono risposte per qualsiasi tipo di domanda ma ragazzi, a tutto c’è un limite!

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