LA SINDROME DI PINOCCHIO
La Sindrome di Pinocchio vi è estranea? Tanto meglio, perché pare che le bugie siano come le ciliegie; una tira l’altra.
Da un monitoraggio dell’attività cerebrale in soggetti che si sono sottoposti ad uno studio sulla capacità di mentire, è emerso che via via che si raccontano frottole, il nostro cervello si adegua e si assuefà.
Ragion per cui ogni freno finisce con lo svanire, permettendoci di esporre bugie sempre più grosse e convincenti.
Generalmente le bugie si sostengono per mostrarci come non siamo e per evitare castighi.
Tramite l’inconsapevole linguaggio del corpo, però, è possibile individuare chi mente.
Di solito colui che sta raccontando una frottola tende a sudare, a evitare di guardarti direttamente negli occhi, mostra segni di nervosismo o insicurezza, come ad esempio, grattarsi di frequente il naso.
Inoltre respira in modo agitato o sbatte le ciglia di continuo e magari, si contraddice.
Ponetegli domande inaspettate e se tergiversa o si blocca con silenzi prolungati, è davvero probabile che stia elaborando altre menzogne per coprire la verità.
E neanche frasi del tipo “io non racconto bugie” o “io non mentirei mai”, sono una garanzia di sincerità.
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